Sole 24 Ore, Università di Catania in risalita

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Sole 24 Ore, Università di Catania in risalita

Le “pagelle alle Università” del Sole 24 Ore: Catania sale di 3 posizioni, ottime performance nel settore della ricerca

 

Recca: “Finalmente cominciamo a vedere i primi frutti, puntiamo a migliorare ancora i nostri indicatori, nonostante la carenza di fondi”

In un anno l’Università di Catania ha guadagnato ben 3 posizioni nella graduatoria nazionale stilata periodicamente dal “Sole 24 ore”, passando dal 46° al 43° posto fra i 60 atenei pubblici e migliorando in quasi tutte le “pagelle” settoriali prese in considerazione dal quotidiano economico.

Ricerca, risorse, finanziamenti esterni, talenti, attrattività, dispersione e puntualità nei tempi di laurea, e da quest’anno anche il tasso di occupazione dei laureati a 3 anni dalla conclusione degli studi (Istat). Sono questi gli indicatori utilizzati dal prestigioso quotidiano economico, la cui valutazione complessiva sulle istituzioni italiane di alta formazione, pubbliche e private, è stata pubblicata proprio questa mattina. “Sono molto soddisfatto – ha commentato il rettore Antonino Recca -, in particolar modo perché sono un convinto assertore della valutazione del sistema universitario. Certamente le “pagelle” elaborate dagli organi d’informazione non possono essere esaustive, ma – in attesa dell’entrata a regime dell’agenzia statale per la valutazione dell’università della ricerca – forniscono un punto di vista utile a chi ha la responsabilità della governance degli atenei per capire cosa funziona e cosa, invece, va senza dubbio migliorato, utilizzando al meglio le risorse”. “Per esempio – aggiunge il rettore -, nonostante le difficoltà dovute alla carenza di fondi e agli ulteriori tagli dei finanziamenti che ci attendono, dobbiamo assolutamente migliorare le nostre performance sulla didattica e sulla stessa ricerca, per la quale comunque sono stati compiuti, in questi ultimi tre anni, passi da gigante: la graduatoria del “Sole 24 ore” ci conferma, in questo caso, che siamo sulla strada giusta”.

 

Nella cosiddetta “pagella finale”, l’Università etnea si piazza prima di molte altre realtà del mezzogiorno quali Cagliari, Salerno, Sassari, Chieti e Pescara, Messina, Bari, Foggia, Lecce, Teramo, Palermo, Catanzaro e di due delle cinque università napoletane (Parthenope e l’Orientale).

 

Molto lusinghieri, in particolare, sono i risultati per quanto riguarda la disponibilità economica per la ricerca scientifica per docente di ruolo: Catania migliora di un posto, salendo alla 13esima posizione nazionale; e guadagna addirittura 10 posizioni, da 36esima nel 2008 a 26esima nell’anno corrente, la valutazione concernente le entrate per la ricerca provenienti da enti esterni. Cresce, infine, anche la “voce” relativa al numero dei docenti di ruolo che hanno ottenuto un giudizio positivo su progetti di ricerca d’interesse nazionale (Prin): dal 53esimo posto dell’anno scorso al 49esimo.

 

Per quanto riguarda i parametri legati alla didattica, dove Catania fa registrare un vero e proprio “boom” è nella graduatoria dei “talenti”, ossia la percentuale di nuove matricole con alto voto di maturità: si è passati dal 50° posto dello scorso anno al 3° posto attuale.

Significativi miglioramenti si verificano per quanto riguarda l’inattività, ossia la percentuale di iscritti che non ottengono crediti in un anno (dal 20% e dalla 51esima posizione del 2008, al 15,6% e conseguente 32esima posizione attuale).

Un piccolo passo in avanti lo compiono il dato sulla “dispersione”, ossia la percentuale di mancate iscrizioni al 2° anno, dal 24% al 23% attuale (45esima posizione) e quello sull’”affollamento” (rapporto fra studenti in corso e docenti di ruolo), da 22 a 23, con un balzo dalla 41esima alla 34esima posizione. Scendono, invece, dal 23esimo posto al 58esimo, i punteggi relativi al tasso di attrattività, ossia il numero di immatricolati da fuori regione, e alla “laurea nei tempi”, dal 29° al 53° posto.

Il nuovo indicatore sugli occupati a 3 anni dalla laurea, basato sulle rilevazioni Istat, fa registrare un incoraggiante 65,6%, che però attesta l’Ateneo catanese al 45esimo posto, in compagnia di numerose altre università, tutte meridionali.

Alfio Russo