IL PRESIDE DEL LICEO CUTELLI CAMILLERI COMMENTA IL SONDAGGIO

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IL PRESIDE DEL LICEO CUTELLI CAMILLERI COMMENTA IL SONDAGGIO

Registriamo ancora un “no” secco al decreto Gelmini. Sul sito ersuonline.it il nostro sondaggio ha riscosso un ampio consenso e la percentuale dei “no”, cioè di chi non condivide la riforma,

ormai diventata legge, del ministro Maria Stella Gelmini sulla scuola e sull’università, cresce e si è assestata intorno al 60%. Soltanto il 21% è, invece, d’accordo con il decreto; un 19% lo condivide ma solo in parte. Sull’argomento abbiamo raccolto il parere della preside del Liceo Classico Mario Cutelli di Catania, Rosetta Camilleri. “Credo che questo decreto abbia fatto leva, come la maggior parte dei provvedimenti adottati dal Governo sulle emozioni delle persone – afferma la preside -. Si è cercato di mettere degli specchietti per le allodole. Per ottenere il consenso si è deciso di introdurre, per esempio l’ora della cittadinanza, il voto in condotta che diventa determinante per la promozione o l’ammissione agli esami. Hanno voluto far credere che i problemi della scuola siano solamente questi e il bullismo”. La preside Rosetta Camilleri spiega così il suo pensiero: “Non va questo decreto. Non sono per nulla d’accordo con la razionalizzazione dei curricoli con taglio massiccio di ore negli istituti tecnici e professionali. Inoltre con la variazione dei parametri per formare le classi non si dà di certo qualità alla scuola, aumentando il numero degli alunni per classi. Sono anche critica per quello che riguarda il maestro unico. Si è pensato di riformare perfino l’ unico spezzone di scuola che funzionava”. Preoccupazione per il futuro e perplessità sono i sentimenti della preside, che come la maggior parte dei suoi colleghi vede la scuola sempre più abbandonata. “Io sono a favore di tutte le iniziative necessarie per eliminare gli sprechi – spiega ancora la preside del Cutelli -. Ma è necessario individuare dove sono questi sprechi. Non si può tagliare tutto indiscriminatamente. Non riesco proprio a trovare motivazioni di natura didattica e pedagogica nella riforma Gelmini. Si tolgono risorse a una scuola che ne ha già pochissime. Ad oggi non posso programmare la nostra attività perché non so che fondi arriveranno. C’è solo un grande silenzio e tutto quello che è stato fatto negli ultimi due anni non trova riscontro in alcuna circolare”. di Umberto Pioletti